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|Questo file è un mio lavoro ed esprime la mia personale interpretazione |
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VOGLIA DI CAFFÈ (PARLATO) - in teatro 2003
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Luciano Ligabue

"Allora... Sono seduto al tavolino di un bar,
 sto bevendo un caffé e sto leggendo un giornale,
 cercando disperatamente di farmi i fatti miei
 e infatti puntuale arriva un tipo.
 Si avvicina moltissimo e mi scruta in maniera piuttosto inquietante.
 Io gli faccio: 'Salve'.
 Lui non fa nessun cenno continua a guardarmi in maniera
 un po' così... torva.
 Io allora vado avanti per il caffé, leggo il giornale,
 lui non si schioda e allora a quel punto mi giro e gli faccio:
 'Senti, se hai bisogno, dì pure!'.
 Lui mi punta il dito contro e mi fa:
 'Scusa, ma... tu sei tu?'.
 Allora, supponiamo che io fossi Beniamino Della Rocca,
 uno che ha la sfiga di assomigliare a un cantante,
 se uno viene da me e mi chiede: 'Scusa, ma tu sei tu?'
 io dico: 'Sì', cioè in qualità di Beniamino Della Rocca, sono io.
 Ho fatto così anch'io e gli ho detto:
 'Sì, guarda... ti giuro che io sono io!'.
 'Ti facevo più alto!'.
 'Mi dispiace moltissimo averti arrecato
 una delusione di questo tipo...'.
 'Certo che... dal vivo siete tutti quanti un'altra cosa!'.
 'Ti chiedo scusa a nome dell'intera categoria e
 comunque, come si dice, meglio dal vivo che dal morto...'.
 'E comunque... scusami, ma che cosa ci fai qua?'.
 'Partiamo dal presupposto che da qualche parte devo pur stare...
 però, a parte questo, se tu avessi approfondito un pelo
 le tue indagini personali, avresti capito da solo che
 sto bevendo un cazzo di caffé e leggendo un cazzo di giornale...'.
 'Dai... fammi un autografo che c'ho un'amica che è una tua fans!'.
 Una tua fans.
 Voi ridete, ma questo è un morbo che si è diffuso...
 a macchia d'olio.
 E finché stiamo parlando comunque di gente che ha un problema
 di carattere grammaticale... non ce ne frega niente,
 ma se invece il problema è di personalità multiple
 siamo un po' tutti nella merda.
 Comunque: 'Guarda, l'autografo, visto che sei molto gentile
 te lo faccio molto volentieri...'.
 Mi guarda, io guardo lui, mi riguarda, io riguardo lui, mi fa:
 'Dai...!'.
 Gli dico: 'Per far l'autografo servono, come minimo,
 carta e penna!'.
 'Credevo che voi cantanti aveste sempre carta e penna con voi!'.
 'Sono davvero mortificato di arrecarti la terza atroce delusione
 nell'arco di pochissimi minuti, ma guarda caso oggi la mia 
 cartoleria mobile l'ho lasciata a casa...'.
 Lui sbuffa e con l'aria di chi sta dicendo:
 'Devo pensare a tutto io'
 va verso il bancone del bar, prende carta e penna,
 ritorna, me li mette sul tavolino e mi fa:
 'Mettici anche la dedica!'.
 Io guardo, lui guarda me, lo riguardo, lui riguarda me, mi rifa:
 'Dai...!'.
 E io gli faccio: 'Per fare una dedica, come minimo, serve il nome
 della persona a cui dedicare...'.
 'Scrivi: a Marta, con tanto tanto tanto amore, Piero Pelù!'."